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Iran, 22 gennaio 1965. Il giorno dopo un attentato che ha provocato l'uccisione del Primo Ministro iraniano una Chevrolet Impala di colore arancione attraversa un cimitero abbandonato in una zona desertica del Paese. L'ispettore di polizia Babak Hafizi è incaricato di indagare sull'apparente suicidio di un prigioniero esiliato nella zona. Sulle pareti del luogo in cui è stato rinvenuto il cadavere si leggono scritte di diversa provenienza (frasi di derivazione letteraria e appunti diaristici). Assistito da un ingegnere del suono e da un geologo (nella zona si verificano terremoti quando qualcuno viene sepolto nel cimitero) Hafizi indaga ma è anche stato indagato?
Ci sono film che acquisiscono un loro specifico significato e valore non in quanto tali ma in quanto sensori di un mutamento della società che li esprime. È il caso di questo A Dragon Arrives! realizzato da Mani Haghighi che, dopo aver studiato filosofia in Canada nel 2003 decise di tornare in Iran diventando regista e attore (in questa veste ha partecipato alle riprese dell'interessantissimo About Elly di Asghar Farhadi). 
Haghighi non si è discostato dalle linee canoniche del cinema iraniano dal punto di vista del rispetto delle regole più cogenti ma ha dato al suo film un'impronta sia sul piano visivo che su quello della colonna sonora che rappresenta una svolta (che è da sperare sia seguita da altri registi).

MER 20 SET 2017

IL REGISTA

Mani Haghighi (Teheran, 1969), nipote di Ebrahim Golestan, mitico fondatore del cinema moderno iraniano, e figlio di un grande operatore cinematografico, racconta di aver deciso di fare il regista a cinque anni, colpito sul set dalla visione del nonno seduto dietro una camera installata su una giraffa altissima che si stagliava contro l’azzurro del cielo.
Quella fantasia, il cinema come un inebriante giro su un’alta montagna russa - questo era sembrata la giraffa ai suoi occhi di bambino - non l’ha più abbandonato e, terminati gli studi di filosofia in Canada, ha fatto immediatamente ritorno in Iran per realizzare il suo sogno. Il successo è arrivato subito, già con il primo film Abadan, del 2003, premiato al Tribeca Film Festival. Nel 2006 ha ricevuto il Premio Speciale della Giuria al Festival dei Tre Continenti di Nantes per la sceneggiatura di Fireworks Wednesday, il fortunato film di Asghar Farhadi. Prestigiosi riconoscimenti ha ricevuto anche il suo secondo film Men at work (2006), un’ironica commedia su quattro amici che si ostinano a voler rimuovere un enorme
masso dalla loro strada, quasi come simboleggiasse i loro problemi di quarantenni. Scritto da Abbas Kiarostami e interpretato da un cast di eccezione, il film è stato premiato all’Asian Film Awards di Hong Kong e al Festival di Fajr di Teheran. Dopo un terzo film, Canaan, del 2008 e due documentari dedicati al grande regista Dariush Mehrjui, Haghighi ha girato A Modest reception premiato al Festival del Cinema di Berlino, al Festival di Varsavia e al Cinefan Festival di Delhi, è un thriller psicologico, sofisticato e brillante, che esplora il lato oscuro della natura umana.
Mani Haghighi è anche un attore molto apprezzato. Oltre ad aver recitato in alcuni dei suoi film, tra cui A Modest reception, è stato uno degli interpreti di About Elly di Farhadi e di Melbourne di Nima Javidi.

GLI INTERPRETI

Amir Jadidi (Babak Hafizi, il detective): maestro di tennis dal fascino alla Cary Grant, è una new entry del cinema iraniano. Un suo cliente che lavorava nel cinema l’ha convinto a recitare, ed è nata una stella.
Homayoun Ghanizadeh (Behnam Shokouhi, il geologo), regista e attore di teatro. Mani Haghighi l’ha visto recitare il ruolo della madre in The Beauty Queen of Leenane di Martin McDonagh e l’ha voluto nel suo film.
Ehsan Goudarzi (Keyvan Haddad, il tecnico del suono). Pochi mesi prima di iniziare il film, Haghighi è venuto a sapere di un attore bravissimo che aveva messo in scena in un bagno pubblico abbandonato di Teheran, un suo monologo. è andato a sentirlo ed Ehsan è diventato Keyvan Haddad, l’uomo da cui la storia narrata prende il via.
Kiana Tajammol (Shahrzad Besharat), artista, fotografa. Ha studiato Nuova tecnologia dell’Arte presso l’Accademia di Brera.
Nader Fallah (Almas, il guaritore), ha già lavorato con Mani Haghighi nel suo precedente film A modest reception.

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